Mamma, tizio mi ha detto che quando va in macchina può vedere il telefono per fare viaggi lunghi.
Ah ok. Rispondo in modo finto distratto sapendo bene dove saremmo andati a parare di lì a pochi secondi.
E perché io no? Perché tu hai di meglio da fare.
E che cosa? Puoi ascoltare la musica, parlare con noi, guardare le nuvole come fai sempre, riposarti, giocare con me a sasso carta forbice.
Ma mi annoio. Eh pazienza anche io, la strada lunga fa parte del viaggio. Eri contento di partire, il viaggio in macchina fa parte del pacchetto.
Ma lui lo fa. Ognuno fa come crede, noi pensiamo che non sia il tuo bene isolarti con un telefono in mano: c’è il mondo fuori, guarda fuori. Fine, discorso chiuso.
Invecchio e certe volte taglio corto come faceva mio padre. Non era autoritario nemmeno un po’, era però autorevole ai miei occhi, questo sì.
Anche se l’ho contestato ogni singolo giorno e per ogni singola cosa, mi fidavo ciecamente di lui. Ho sempre saputo che aveva ragione lui.
E facevo bene, perché agiva per il mio bene. Litigava con me perché mi voleva bene, quando sarebbe stato molto più semplice tante volte non dire niente, non incazzarsi, lasciar correre. Ma quando il lasciar correre equivaleva a lasciare che facessi qualcosa che mi danneggiava, lui non arretrava di un centimetro.
Ognuno fa come vuole era una risposta che mi dava sui nervi, tantissimo, per esempio. Però era la verità, senza pensarci l’ho usata anche io.
Lasciar correre per il quieto vivere. Ne avrebbe guadagnato in serenità, invece no, non mollava.
Non mi perdo più nelle spiegazioni di prima, tanto alcune sfumature adesso sono troppo difficili da spiegare. Lui non le capirebbe e io sarei anche ridicola.
Uno psicologo dice sempre che un capitano della barca non si mette a spiegare per filo e per segno ogni scelta che compie al suo equipaggio, del perché il vento gira in modo o nell’altro, deve portare la barca sana e salva in porto, per prima cosa. Il
suo ruolo, che deriva dalla sua esperienza, gli conferisce l’onere di assumersi la responsabilità delle sue decisioni. Un genitore è lo stesso.
A volte puoi spiegare una cosa per ore, certe altre volte no, perché sai che comunque in quel momento agli occhi di tuo figlio risulti semplicemente quello che gli ha detto di no e basta, non sente altro. Per lo meno in quel momento.
A volte ci fa male l’idea di risultare meno simpatici agli occhi dei figli ci va stretto il ruolo del guastafeste, a me per prima, ma anche questo nel bene e nel male, fa parte di un gioco che è tutto tranne che semplice.
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