Genitori che lavorano e organizzazione. Nonni, nido o babysitter?

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Quando i genitori lavorano entrambi al rientro della maternità (per le mamme che hanno la fortuna di ritrovare il loro lavoro, perché ahimé non è scontato), ecco che si pone la domandona del secolo: con il bambino, come ci organizziamo? E qui, si aprono i soliti tre scenari con la ciliegina sulla torta: delegare non è mai semplice, soprattutto quando ovviamente si parla di estranei.

La rosa di scelte prevede le solite tre soluzioni: nido, nonni o babysitter. Ovviamente non c’è la soluzione “giusta” e bisogna anche dire che per molte famiglie non ci sono nemmeno tre possibilità. Molti nonni sono lontani o lavorano ancora, altri non sono lontani e non lavorano, ma comunque per le più svariate ragioni non sono disponibili o non hanno nessuna voglia di esserlo, nemmeno per piccole incombenze.

Altri invece sarebbero più che disponibili, ma sono i figli stessi che non si sentono di affidarglieli molte ore. Può capitare che mossi da una spinta di entusiasmo offrano forse un pochino a cuor leggero il loro aiuto per molte ore, ma che poi tutta la gestione si riveli per loro troppo onerosa. Un conto è andare a trovare il bambino anche molto spesso, ma con i genitori presenti, giocarci e fare una passeggiata tutti insieme, altra storia è dover gestire magari giornate intere completamente da soli. In poche parole, se arrivano stremate a sera le persone a trent’anni, sicuramente a settanta la situazione non migliora, tutt’altro.

Quando poi i bambini diventano più grandicelli forse è anche peggio. Perché se e vero che hanno più autonomia, è altrettanto vero che seguire un bambino che inizia a gattonare e camminare è faticoso e ti permette di distrarti nemmeno un secondo. Per molti nonni questo può essere un momento bellissimo, ma non è così scontato che abbiano le energie necessarie per farlo. In questo caso, volere non è potere, non sempre per lo meno. Se i nonni non sono più in gran forma ma tengono particolarmente ad essere presenti si può anche ipotizzare di affiancare una babysitter per qualche ora al giorno.

Genitori che lavorano e organizzazione: nonni, nido o babysitter?

Nel caso dei nonni forse il punto principale, ovvero l’ago della bilancia che ti fa propendere per una scelta o per l’altra è un altro, probabilmente. Il rapporto che si ha prima di tutto come figli. Perché se i rapporti sono buoni e ci si rispetta reciprocamente, avere i nonni vicino è una manna dal cielo. Quando però i rapporti sono tesi, una gestione di questo tipo potrebbe provocare solo problemi, in primis alla coppia. Questo capita quando più o meno volontariamente non seguono la linea educativa dei genitori, e non parliamo di di dare un cioccolatino in più o di coccolare un po’ i bambini, perché quello ci mancherebbe, è il ruolo dei nonni per antonomasia. Parliamo di contraddirli (magari anche in loro presenza) in modo sistematico sulle cose importanti. Questo oltre ad essere molto diseducativo per i piccoli, crea in loro un disagio e un malessere che non avrebbero ragione di esistere, oltre al non trascurabile fatto che mette tutti di pessimo umore.

Perché è in molti casi come questi che si va incontro all’equivoco: hai bisogno di me e quindi faccio quello che dico io. Ecco, quando manca il rispetto, probabilmente non ci sono le basi per altri discorsi, o peggio ancora quando viene minata l’autorevolezza dei genitori.

La babystitter: è lei a spostarsi e gli orari sono flessibili

La babysitter può sembrare l’opzione più “rischiosa”, soprattutto se non si conosce nessuno e si è costretti a pescare nel mazzo. Come per ogni categoria di lavoratori c’è di tutto, il problema è che in questo caso ha una responsabilità che dire enorme è dire poco.

Il punto a favore di questa scelta è che il bambino viene gestito a casa, nel suo ambiente e i genitori non devono correre la mattina per accompagnarlo al nido, ne per andare a prenderlo. E che molto probabilmente stando a casa eviterà malanni continui per tutto l’anno, oltre ad ulteriori problemi nella gestione. Con la babysitter il feeling è la prima cosa, insieme a un periodo di affiancamento per valutare come lavora e come reagisce il bambino. Anche la persona più titolata sulla carta può rivelarsi non adatta alla nostra famiglia, per mille ragioni.

Genitori che lavorano e organizzazione: nonni, nido o babysitter?

L’asilo nido: un ambiente a misura di bambino

Terza opzione, il nido. Con i suoi pro e i suoi contro. I pro sono chiari, rispetto all’ambiente domestico offre una proposta educativa realmente pensata per i piccoli, a loro misura. Le attività sono varie e divertenti, oltre al fatto che viene data ai piccoli la possibilità di esplorare e manipolare materiali che a casa sarebbe molto difficile replicare. Se rendere la casa sicura non è banale e comunque ci vogliono duecento occhi, l’ambiente del nido è pensato proprio per essere vissuto a pieno ed esplorato. Già solo per questo è una proposta interessante. Se una nonna anche giustamente non ha tempo e voglia di sporcare tutta la cucina a fare travasi, tanto per dirne una, all’asilo c’è una possibilità molto ampia di manipolare oggetti e materiali.

Oltre a questo ovviamente la presenza di educatrici formate ed esperte e di altri bambini con cui giocare e confrontarsi, può rendere i genitori più tranquilli rispetto a una babysitter a casa o ai nonni. I contro invece li conosciamo tutti. Malattie continue, specialmente il primo anno, che comunque richiedono per forza di cose “un piano b” per la gestione familiare.

Quindi?

Quindi non c’è la soluzione giusta ma solo quella che fa stare meglio tutti, prima di tutto il bambino, che è il diretto interessato. Ma soprattutto nulla è per sempre e niente vieta di fare una scelta e cambiare strada nel caso in cui quella scelta si rivelasse sbagliata. Se con i nonni non funziona, nulla vieta di optare per il nido o trovare una persona. Stessa cosa per il resto. L’importante è solo non incaponirsi, se e quando le cose non vanno bene, la soluzione migliore è sempre non tentennare troppo e cambiare serenamente strada.

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