, che scalpitino per comprare completini pastello e bavaglini, che non vedano l’ora di spingere un passeggino, di fare due passi al parco. Molti li vedi per davvero, sorridenti e preziosi, fuori dagli asili con la merenda in mano, trafelati negli spogliatoi della piscina, in doppia fila in macchina quando piove fuori da scuola. La maggior parte certamente non più giovanissimi ma che con enorme grinta e spirito di squadra supportano e sollevano i genitori da incombenze che per impegni di lavoro non riuscirebbero a gestire senza costosi supporti esterni, accollandosi così spesso il grosso della quotidianità, dell’accompagnarli e prenderli da scuola, dal gestirli a casa quando non stanno bene. Alcuni nonni non ne vedevano l’ora per davvero, perché probabilmente occuparsi di nuovo di un bambino li riporta indietro nel tempo, facendoli vivere per la seconda volta la magia di una nuova vita con tutto quello che ruota attorno a quell’arrivo, con un ruolo ancora importante ma più “spensierato”, alleggerito dai doveri di genitore. Questi nonni sono davvero una risorsa per tutta la famiglia perché affiancano costantemente i figli e oggettivamente non li lasciano mai soli. Altri probabilmente non sentono tutto questo entusiasmo, alcuni perché magari hanno anche qualche acciacco e stare dietro ai bambini è tutto tranne che una passeggiata, o perché farebbero anche altro, ma rendendosi conto che i figli magari hanno realmente bisogno di una mano lo fanno e basta, magari anche un po’ controvoglia. Infine c’è una terza categoria, sono quelli che non ne vogliono sapere, quelli che non sono entusiasti, quelli che fuori dall’asilo non ci sono praticamente mai venuti, tan. In fin dei conti i nonni che non vogliono fare i nonni, altrimenti detti “nonni che se ne fregano”.

Nonni che non vogliono fare i nonni: quando i nonni scelgono di non esserci
Nonni in Italia: un welfare basato sugli anziani
Siamo cresciuti, almeno parlo per me, con l’idea o forse l’illusione che una volta diventati genitori la famiglia si sarebbe stretta attorno a quella nuova vita e non in tutti i casi questo corrisponde alla realtà. Ci sono nonni che rimangono piuttosto tiepidi già quando apprendono la notizia e che purtroppo lo rimangono anche dopo. Ho la sensazione che in molti casi questa fuga nasca anche dalla paura di sentirsi totalmente invischiati nella gestione dei nipoti, e di trascorrere anni in cui magari si è ancora giovani, in salute e desiderosi di fare qualche nuova esperienza dopo una vita di lavoro e di accudimento dei propri di figli tra nido, parchetto e scuola. Ci sono nonni che amano i propri figli e per senso di responsabilità, perché i figli lavorano e una babysitter tante ore può essere molto onerosa, hanno sulle spalle la loro intera gestione cinque giorni su sette, non lo dicono apertamente, ma questo gli pesa. Questo posso dirlo per certo perché negli anni ho raccolto vari sfoghi di nonni, uno mi ha detto: “Ho lavorato una vita, adesso sono diventato il taxi dei miei nipoti. I figli lavorano, però io sono stanco”. Il problema nel nostro Paese è proprio questo qua: è sostenibile un sistema che ricorre alla conciliazione lavoro – famiglia che vede al centro gli anziani? Anziani che magari non se la sentono, che hanno qualche acciacco, che si trovano magari sulle spalle a settanta anni suonati intere famiglie? Perché al di là della retorica dei nonni innamorati dei nipotini, spesso sono le difficoltà economiche che molte famiglie si trovano a fronteggiare a ricorrere ai nonni come baby-sitter: quando i costi elevatissimi dei servizi per l’infanzia e l’assenza di servizi pubblici non lasciano alcuna scelta, i nonni offrono un’alternativa economicamente imbattibile e flessibile in termini di orario (in poche parole non “chiudono” come un asilo e non vanno nemmeno in ferie). Forse però non è nemmeno così giusto che uomini e donne che hanno lavorato una vita debbano mettere continue pezze su un sistema così fragile. E non è nemmeno un caso che nelle famiglie in cui i nonni non ci sono o non vogliono esserci, la donna smetta di lavorare per qualche anno o per sempre. Nonni che non vogliono fare i nonni: quando i nonni scelgono di non esserci
Nonni in fuga: paura di rimanere intrappolati?
Forse alcuni si defilano per questo motivo: la paura di rimanere invischiati per tanti anni. Di dover ancora ricoprire un ruolo di accudimento così centrale, quando in una fase più avanzata della vita magari si avrebbe voglia di fare tutt’altro o anche di godersi un po’ di riposo. O anche goderseli i nipoti, ma senza impegni. Non dico certo che sia giusto lasciare i figli in braghe di tela se non hanno alternative, tutt’altro, ma sarebbe civile poter avere delle possibilità che non li contemplino, gli anziani. Servizi a disposizione e che permettano alle famiglie di gestirsi serenamente e autonomamente, lasciando ai nonni la possibilità di scelta. Chi vuole, è felice di farlo e se la sente di prendersi in carico tutti gli oneri che vuole, chi non lo desidera di non farlo e di limitarsi a vedere i nipoti senza averne in carico la gestione. Forse se questa scelta davvero esistesse, se si smussasse quell’angolo del “tutto o niente”, dei compromessi, della “dipendenza” da loro per necessità e non per scelta in molti casi si potrebbe tornare a vivere i rapporti per quello che realmente possono offrire. Spero che vi sia piaciuto questo articolo dedicato al tema Nonni che non vogliono fare i nonni: quando i nonni scelgono di non esserci. Se vi fa piacere lasciate i vostri commenti qua sotto. Se vuoi unirti al nostro gruppo privato “Stancamente Mamma / La stanza segreta”… CLICCA QUI … Perchè nasce Stancamente Mamma[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]