Saremmo dovuti partire in questi giorni, ma il meteo era molto sfavorevole, quindi siamo rimasti qui. Ogni volta che dici ai bambini che si cambia programma la delusione è sempre il primo sentimento, comprensibile. Poco male gli ho detto, si può essere in vacanza anche senza andare necessariamente altrove.
Non mi pareva convinto o forse sono io che non gli sono sembrata convincente, ma tant’è.
Ad ogni modo, alla fine abbiamo mangiato una pizza in uno di quei posti tipo street food, che l’ha fatto sentire molto teenager che non si siede nemmeno a tavola, deve averlo trovato molto trasgressivo, poi siamo stati nel solito parco, non un paio d’orette come in settimana, di corsa tra le cose da fare, la spesa e tutto il resto.
Ha giocato con un sacco di bambini, ha scambiato diverse volte la sua bici con svariati monopattini, accatastato legnetti, fatto decine di volte lo scivolo. Si è fatto ripetere un’altra ventina di volte che sull’altalena non si sale in piedi e ha ordinato il solito gelato. Su questo siamo identici, studia dieci minuti il tabellone e ordina sempre lo stesso, io faccio uguale.
Siamo tornati a casa quando iniziava davvero a far freddo, alle sette di sera e fosse stato per lui sarebbe lì ancora, a fare l’ennesimo giro in bici.
Certo vedere cose nuove è sempre bello, soprattutto adesso che è un po’ più grande, ma non voglio crescerlo pensando che per essere felici sia necessario trovare sempre necessariamente qualcosa di nuovo da fare, ad ogni costo, è una trappola anche quella.
Come mi sono sempre rifiutata di riempirgli tutto il tempo dopo la scuola, o i weekend con miliardi di attività. A dispetto della moda del momento, penso che abbia bisogno di riposarsi e di svagarsi senza essere incasellato in orari, cose da fare e gente da ascoltare a tutti i costi. Non sono nessuno per rubare tutto il suo tempo libero e gestirlo come dico io.
Sembra quasi che il tempo per essere degno di essere vissuto vada riempito con cose degne di essere raccontate, fotografate, condivise, ma io vorrei per lui qualcosa di diverso. Vorrei che riuscisse ora e da grande a essere sereno senza la smania di fare sempre qualcosa, che sappia stare un weekend o un’estate intera anche senza fare nulla di che, senza sentirsi per questo un povero sfigato. Mi piacerebbe che sapesse che cosa lo fa star bene, a prescindere da quello che è figo raccontare agli altri, che stia bene anche senza qualcosa da raccontare.
Se riuscissi in questo sarebbe per me un grande traguardo.
Si può essere felici anche facendo le cose di sempre, ma con più calma, con più tempo: qualcuno dice che la felicità è un ruscello di poca portata, al di là di tutto mi piacerebbe ricordasse questo noi. Che sappiamo essere felici dappertutto, soprattutto perché siamo insieme.
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