Rassegnarsi a non avere il secondo figlio

1024 601 Stancamente Mamma

Dopo il primo figlio, dopo le notti più o meno insonni, dopo aver più o meno capito come si fa e come gira la situazione, ecco che si pone il quesito amletico sul secondo figlio. C’è chi non ha dubbi e avanza implacabile del progetto di allargare la famiglia. C’è chi ha qualche perplessità o paura e comunque decide di buttare il cuore oltre l’ostacolo, e c’è anche chi, vagliate tutte le possibilità non ha altro da fare che rassegnarsi a non avere il secondo figlio. A volte non si ha il coraggio, di fare un secondo figlio, per tanti, tantissimi motivi e questo provoca nelle donne spesso grandi tormenti e altrettanti sensi di colpa, dovuti alla paura di lasciare il primo figlio solo nel mondo.

Questo é un pensiero che facciamo o abbiamo fatto in tanti, in primis chi scrive, che ha un solo figlio e per tanti motivi non si é sentita di replicare l’esperienza. Anche a me l’idea di avere due figli sarebbe piaciuta più di ogni altra cosa, ma la realtà mi ha presentato il conto di che cosa questo avrebbe realmente comportato nella mia vita. Tra gravidanza complicata, parto andato ancora peggio e soprattutto, totale mancanza di rete di supporto, mi sono trovata di fronte ai miei limiti, oltre che fisici anche anagrafici. Perché se é vero che oggi l’età media si è alzata e anche parecchio, è altrettanto vero che almeno parlando per me, non sento di avere lo stesso tipo di prestanza fisica e di spirito che avevo otto anni fa. Non é facile da riconoscere, ma é la realtà, e non mi sento di forzare quel limite.

A volte la vita reale ti sbatte in faccia non solo i tuoi limiti, ma anche i limiti delle situazioni che ti circondano. In molte coppie ci si rassegna perché non arriva, o perché uno dei due non desidera replicare l’esperienza. Altre donne, che magari sognavano una famiglia numerosa, solo dopo il primo figlio si rendono conto di non essere tagliate per quel ruolo, o per quel tipo di vita come credevano, succede anche questo più spesso di quello che si creda.

In ogni caso il senso di colpa é l’ultima cosa che ci fa bene. Non é una colpa riconoscere di non farcela, anzi in alcuni casi questa presa di coscienza potrebbe rappresentare una salvezza per il bambino che già c’è: meglio genitori sereni e in grado di gestire la situazione in modo ottimale, che una famiglia allo sbaraglio o peggio ancora non convinta di quelle stesse scelte. E poi ultimo, ma non di importanza, il tema del lasciare il primogenito solo. Un fratello o una sorella é innegabile, é una enorme opportunità di crescita per entrambi, e molti fratelli sono legatissimi, per la vita. E quando é cosi davvero é il più grande regalo che si possa far loro, senza ombra di dubbio. Ma è anche vero che ci sono fratelli e sorelle che non vanno d’accordo per niente, che nella vita di adulti non si supportano (e non si sopportano) affatto. Avere un fratello o una sorella é un’opportunità, ma non é una garanzia. I rapporti umani sono imprevedibili per loro stessa natura. Quindi anche il senso di colpa, lascia il tempo che trova. E anche il secondo figlio, non viene al mondo per essere la “compagnia” di nessuno.

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