Nonni schiavizzati da figli mai cresciuti

1024 597 Stancamente Mamma

Ultimo giorno di nuoto, a Milano un caldo invivibile. Strade vuote, parcheggi semi deserti, viali assolati e desolati. Entra una delle nonne con cui parlo sempre mentre i bambini fanno lezione, è una signora distinta, empre cordiale con tutti. Si siede trafelata, paonazza ed esausta, tirando fuori un ventaglio colorato dalla borsa: “Oggi non ce la faccio più. Il centro estivo è anche chiuso da due settimane, stamattina per la disperazione alle otto e mezza eravamo già al parco con la bici“. Indica il marito, seduto con il giornale in mano e il caffè della macchinetta. “Anche lui è stanco, non siamo più giovani” mi dice.

Parlando poi mi racconta che il marito ha 82 anni e si sono trasferiti a Milano da cinque per tenere il bambino. “Perché loro sa (figlia e genero) hanno la loro carriera a cui pensare, viaggiano e fanno tardi la sera. Poi si finisce anche per discutere tutto il giorno su cosa fare o meno con il bambino. Mio marito ad esempio pazienza non ne ha poi più molta (a 82 anni direi che ci sta).

“Per esempio non vuole mai fare i compiti e finiamo per stressarci anche di questo”

“Va beh” dico, un po’ per sdrammatizzare, un po’ per chiudere un discorso che non voglio affrontare perché non voglio dire la mia – “Meno male che tra poco è sera’.

Eh si, è sera, altro casino per metterlo a dormire, stasera sa, escono con gli amici a mangiare la pizza” (dopo il lavoro non puoi farti mica mancare lo svago)

Vedere due ottantenni in giro dalla mattina alla sera tra scuola, campus, attività e compiti discutere tra loro come fossero genitori sulle scelte educative, sul libro di italiano, sulla doccia, sul parco e su tutto, mi ha fatto una gran tenerezza. Anche per la questione compiti, un genitore con un briciolo di onestà intellettuale sa bene quali lotte ci siano certi giorni per finire una singola pagina e sbolognare anche i libri delle vacanze ai nonni con litigate annesse è quasi peggio che spedirli al parco a trenta gradi a rincorrere un bambino di sette anni con la bici alle nove della mattina. Ma poi la partaccia del “finché non è finito non esci” e la manfrina del prima il dovere poi il piacere è della mamma e del papà, da sempre.

Magari a fine agosto hanno anche da ridire se il libro non è finito, se la grafia non è perfetta o se a loro dire il bambino non ha assimilato i concetti.

Il confine tra essere aiutati e non crescere mai è spesso una linea molto sottile.

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