Mamme, come star meglio: tutte le paturnie che a posteriori avrei potuto evitarmi

1024 683 Stancamente Mamma

La vita da mamma, da subito mi ha posto delle sfide a cui sicuramente non ero troppo preparata, e non perché fossi ingenua, ero semplicemente molto inesperta. E lo sono ancora, senza dubbio. Anzi, a dire la verità credo che lo sarò per sempre, perché se c’è una cosa che ho imparato nell’essere genitore é che non esiste alcuna certezza. Quello che va bene per tuo figlio non è la soluzione per un altro e viceversa, stessa storia per le routine familiari. Quindi, con questa unica certezza, ho imparato non solo ad astenermi da inutili giudizi, ma a trovare per quanto possibile dentro di me le soluzioni più adatte. E certamente questo é stato il lavoro più difficile, perché in quel caso mi sono scontrata con tutti i miei preconcetti, con gli schemi mentali che avevo da chissà quanti anni e non sapevo di avere, con i peso (eccessivo) che davo alle opinioni altrui e molto altro ancora. Fino a capire (finalmente) che molto, anzi troppo spesso, siamo proprio noi i nostri peggiori giudici e le nostre peggiori nemiche, in ogni ambito della nostra vita. E ripensandoci, senza troppi giri di parole, ho la certezza di essermi fatta troppe “paturnie”, nella maggior parte dei casi assolutamente evitabili. Se le avessi evitate, con buona probabilità mi sarei stata meglio e mi sarei sentita meno ansiosa e più serena. La prima? Dare troppa importanza alle opinioni altrui.

Dare troppa importanza alle opinioni altrui

Non é superbia, perché i consigli e le esperienze degli altri in molti casi possono davvero essere di grande aiuto. Mi riferisco invece a tutt’altro tipo di “contributo”. Parlo di tutti quei “io avrei fatto così“, senza nemmeno sapere il motivo del fatto che tu stia agendo in un altro modo. Quelli non sono consigli dati con gentilezza, tatto e buonsenso, spesso sono solo parole che feriscono inutilmente. E soprattutto non danno molto valore aggiunto alla nostra vita. Ecco, tornassi indietro, farei un lavoro maggiore su me stessa e proverei almeno a filtrare quello che realmente è utile e trattenerlo, come fosse un setaccio, e lasciar invece andare tutto ciò che poco utile o che peggio ancora ti ferisce. L’ho capito forse un po’ tardi, a posteriori sono perfettamente cosciente di aver impiegato troppe energie a “convincere” persone a cui fondamentalmente non importava nemmeno nulla. Quelle energie avrei dovuto impiegarle per convincere me stessa che stavo facendo del mio meglio.

Alleggerire il carico mentale: ovvero, imparare a togliere

Una mattina parlavo con una persona a cui voglio molto bene. Distrutta da mesi e mesi di notti insonni, le telefonavo mentre pelavo le verdure da mettere nel cuoci pappa: “Scusa Vale ma non ti conviene qualche volta congelarle così le hai già pronte e fai meno fatica?” Ma no, giammai, pensavo dentro di me. “Devo” preparare tutto freschissimo ogni mattina. Lei con aria di chi queste cose le aveva già viste, e soprattutto già provate, mi ha risposto in modo dolce: “Non devi dimostrare niente a nessuno”. Ci aveva perfettamente azzeccato, perché io questa ansia di “dimostrare”, non so bene nemmeno a chi, l’ho avuta fin da subito (e ci convivo tutt’ora). La differenza con il passato é che adesso cerco di lavorare di su me e di smetterla di puntare a una perfezione che non solo non raggiungerò mai, ma che é nettamente impossibile da raggiungere. Ho iniziato a togliere, a sottrarre. A pesare e soppesare quello che realmente era indispensabile, quello che é auspicabile, e quali invece sono scemenze evitabili, ovvero azioni più o meno inutili che tolgono tempo ed energie che preferisco destinare ad altro o semplicemente tenere per me, perché sì, anche io ho diritto a riposare.

Mamme, come stare meglio: tutte le paturnie che a posteriori avrei potuto evitarmi

Evitare di riempirsi la casa di oggetti inutili

Anche su questo, ripensandoci a posteriori, probabilmente avrei potuto fare qualcosa di diverso. O meglio, lasciarmi prendere meno dall’ansia di aver bisogno di una marea di cose che in realtà si sono rivelate a volte totalmente inutili o quasi. Ho comprato sicuramente troppi vestiti premaman che alla fine non ho mai usato e sono rimasti a prendere polvere nei meandri del mio armadio, una carrozzina decisamente ingombrante e troppo costosa (che ho dovuto sostituire molto presto perché mi stava spaccando la schiena). Ecco, tornassi indietro sicuramente comprerei meno oggetti inutili.

Evitare i paragoni con le tappe di crescita degli altri bambini

Continuiamo a ripetere il ritornello trito e ritrito che ogni bambino ha i suoi tempi e bla e bla e bla. Ma forse lo diciamo così, come frase fatta, perché poi nei fatti, facciamo e pensiamo ben altro continuando a paragonare i nostri figli ai figli altrui. Si comincia da quando il neonato inizia a stare seduto e si finisce (forse) con l’università, ma non ne sono certa. A meno che non si riscontrino problemi particolari (e questi ovviamente sono casi diversi) per star bene é meglio dare un taglio netto ai paragoni continui. Nell’economia di una vita, il fatto che un essere umano cammini o gattoni un mese prima, realmente, cambia qualcosa? Se ha tolto il pannolino a giugno o a dicembre, questo pregiudicherà la sua carriera lavorativa? Ecco, la risposta la sappiamo senza bisogno di ulteriori precisazioni ma sappiamo anche quanto sia facile farsi tirare dentro in certe dinamiche, quella del paragone continuo é decisamente una delle più deleterie. Ecco, tornassi indietro direi alla persona che ero fondamentalmente di prendere tutto con più leggerezza, che ben altra cosa rispetto alla superficialità; é viaggiare con valigie più leggere e soprattutto senza troppi pesi sul cuore.

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