Il corso preparto e l'inganno di quello che non c'è

Il corso preparto e l’inganno di quello che non c’è

1024 857 Stancamente Mamma

I mesi della gravidanza bene o meno bene che siano andati sono difficili da dimenticare. Io ricordo come se fosse ieri il brivido di freddo del gel delle ecografie, lo scricchiolio della porta dello studio del medico, i vestiti che non entravano più.
La valigia aperta in salotto che è rimasta vuota quasi fino all’ultimo giorno.
Ricordo mesi in un limbo tra quello che eri e non sei più e l’ignoto, la vita che affronterai che puoi solo immaginare. Ricordo i dubbi, le foto ricordo davanti allo specchio e la fatica che facevo per percorrere la solita strada, interminabile per arrivare al corso preparto.
Non mi ci sono iscritta con grande slancio devo dire la verità, però da figlia unica che non ha mai visto cambiare un pannolino in vita sua, sapevo di aver bisogno di avvicinarmi a tutti i temi che mi avrebbero interessata così da vicino, tanto per avere un’infarinatura.
Il corso lo tenevano un’ostetrica e una doula, che è una figura di cui prima di allora non avevo mai sentito parlare, di accompagnamento alla mamma durante la gravidanza, il parto e il puerperio. Ho superato la mia reticenza ad andare proprio grazie all’atmosfera piacevole che si respirava: c’erano grandi cuscini per terra, un piacevole profumo di lavanda, luci soffuse. Si parlava per un’ora e mezza circa e ci si tratteneva sempre oltre l’orario proprio perché era bello condividere, parlare di nomi, di colori della cameretta, di allattamento, del piano del parto.

Avrò sentito pronunciare la parola naturale infinite volte in quegli incontri: l’allattamento, tanto per cominciare è naturale, senza dubbio.
Il parto poi, il “vero” parto, è quello naturale, perché convincetevi donne, voi siete perfettamente in grado di partorire.
Naturale sarà anche poi una volta arrivati a casa trovare un nuovo equilibrio in famiglia, perché gli equilibri si sa, si perdono e poi si ritrovano, basta congelare prima di partorire un po’ si sugo in frigorifero per scongelarlo a casa all’arrivo e organizzarsi. Perché anche l’organizzazione, suvvia, si mette a punto. E poi mi raccomando, dormite quando il bambino dorme, lasciando perdere la casa. Anche questo è fattibile per una settimana forse, ma prima o poi se non si ha qualcuno che lo faccia, qualcuno dovrà fare una lavatrice o dare una riordinata. Ma in quel momento è bello credere a tutto.
E poi, ultimo ma non di importanza: il pianto del neonato. Questa forse è la parte migliore. Sarà naturale anche questo, come tutti gli aspetti sopra, capire perché e come fare.
Perché la mamma, lo sa. Lei e proprio lei, quella che sa partorire se vuole, quella che sa allattare perchè da millenni si allatta, ancora lei, intuirà presto e bene come calmare il suo neonato.
Che meraviglia, ho detto a me stessa, per come la raccontano saprò fare tutto, come tutte le donne. Perché tutto è naturale e innato.

Poi però il corso preparto è finito, come i miei nove mesi di gravidanza e ho scoperto una realtà diversa, sulla mia pelle.
Per prima cosa ho scoperto che forse tutte sanno partorire, ma non io. Infatti sono finita a rischiare la pelle in un cesareo d’emergenza dopo undici ore attaccata alla peridurale.
Poche ore dopo ho scoperto anche che tutte allattano, ma evidentemente io non ero capace nemmeno di quello, perchè avendo avuto un parto da cui sono uscita a pezzi, non avevo nemmeno le forze di alzarmi in piedi, e non le avute molto a lungo. La magia dell’allattamento si e conclusa bruscamente con la mastite, febbre a 40 e un bel biberon di latte artificiale.
Tra le lacrime, le mie.

Poi sono tornata a casa, distrutta fisicamente ed emotivamente, e ho fatto un’ulteriore grande scoperta: ho scoperto che non ci capivo niente del pianto del bambino, soprattutto quando la sera, ogni benedetta sera, iniziava a piangere disperato alle 8 e finiva alle 11 e sembrava che nulla lo calmasse. Di tutto quel magico e mistico potere femminile, io non ho ho mai saputo nulla, personalmente.
Quello che ho provato, invece, è stata solo una immensa rabbia e un grande senso di presa in giro. Uscita dall’ospedale come un pugile tramortito, ho cominciato a farmi tante domande, soffocate tra i sensi di colpa e un enorme, ingiusto, senso di inadeguatezza che mi ha accompagnato per parecchi mesi.

Non ho saputo partorire, non ho saputo allattare, mi sento a pezzi. Guardo il bambino e non so da che parte iniziare. Di tutto ciò che mi avevano garantito che sarei riuscita a fare perché è quasi ovvio che vada così, non ero riuscita a fare proprio un bel niente.
Cuoricini, dolcezza, luci soffuse e profumo di lavanda erano svaniti come neve al sole e fare pace con tutto questo è stato un compromesso e un passaggio lento e doloroso di cui parlo più o meno serenamente dopo 4 anni.
Ho pensato per mesi, mi sono chiesta senza trovare mai risposta perché ci prendano in giro, perfino le altre donne. Certo per fortuna non tutte hanno questo vissuto e questi ricordi, ma forse le mamme andrebbero preparate anche alle evenienze peggiori, con le giuste parole, senza inutile terrorismo, ma diciamo la verità, perché tanto ci si sbatte contro e fa ancora più male.
Parti che non sono quelli che si sognavano, allattamento difficile o fallimentare, ritorno a casa disastroso.
Bisognerebbe smettere di fare passare tutto come semplice e naturale, perché quando la realtà delude pesantemente l’aspettativa, il risveglio dal sogno può rivelarsi troppo brusco da sopportare, accompagnato dalla zavorra del senso di colpa, perché tutte sì, ma io no.
Non ne ho mai parlato, perché non se ne parla mai, e non parlandone mai continuiamo a perpetrare stereotipi di perfezione inesistenti. Continuiamo a raccontarci che siccome accade da millenni diventare mamma è un passaggio naturale, facile e indolore. Sarebbe bello che fosse così, ma non sempre è vero.
A me è successo questo: ho guardato negli occhi mio figlio per la prima volta, ho visto l’immenso, la bellezza e una responsabilità che mi ha fatto sentire piccola, come mai prima. Lo amo più della mia vita, ma io non sono stata mai più la stessa. Avessi saputo prima che tutto questo può accadere e soprattutto che può accadere tutto insieme, avrei rimuginato molto meno e mi sarei sentita più pronta.
A volte si pensa che la sincerità tolga magia, invece spesso ci aiuta semplicemente ad arrivare meno impreparati ai grandi cambiamenti della vita.

Se vuoi unirti al nostro gruppo privato “Stancamente Mamma / La stanza segreta”… CLICCA QUI

7 commenti
  • Antonella
    RISPOSTA

    Ho una bambina che ha poco più di quattro mesi e mezzo, sono una primipara parecchio attempata, quando la mia bambina non aveva neanche due mesi ho perso mia madre, dopo più di tre orribili settimane di ricovero in ospedale.
    La mia bambina è meravigliosa ma ci sono momenti in cui mi sento persa. Vorrei essere serena e godermi mia figlia eppure non sempre riesco. A volte penso con tristezza che sarebbe dovuto essere uno dei periodi più belli della mia vita ed invece, fino ad ora, è stato molto duro.

    • Valentina
      RISPOSTA

      Ciao Antonella, mi dispiace tantissimo. Credo di sapere che cosa provi perché ho perso mio padre all’improvviso non molto tempo prima di aspettare mio figlio ed è un dolore che non si dimentica.
      Dicono che le persone che amiamo mancano nei momenti di difficoltà, ho come la sensazione che la loro mancanza sia anche più forte nei momenti belli, perché vorresti condividere una grande gioia e non puoi farlo.
      Ti mando un grande abbraccio. Iscriviti se vuoi al gruppo Stancamente Mamma – La Stanza Segreta, ci sono tante mamme con cui condividere

      • Vale
        RISPOSTA

        Ho una bambina di quasi 3 mesi. Ora a mente lucida posso confermare che il corso pre parto mi è servito quasi esclusivamente per preparare la valigia, si, sapevo di dovermi portare degli assorbenti ma per mesi e mesi ho avuto (mi hanno dato) l illusione che esista solo il parto naturale. Quindi arrivo in ospedale a 40+4 con la mia bella valigia organizzata, per un induzione, perché il primario ha deciso così. Entro in sala travaglio alle 9 del mattino di giovedì ed esco da quella stanza alle 16.30 del giorno dopo per finire in sala operatoria per un cesareo perché il mio bacino evidentemente era troppo stretto ed era impossibile avere un parto naturale. In quel giorno e mezzo in quella stanza sono diventata un altra persona. Ho urlato e implorato di aiutarmi all ostetrica di turno, al mio fidanzato rimasto con me giorno e notte, al medico che insisteva che quello era la fase naturale del travaglio. La notte più brutta della mia vita. La mattina dopo talmente soffrivo, non ero più capace ad aprire gli occhi. Dieci dosi di epidurale che non mi hanno aiutato, l anestesista non era sempre disponibile e appena l effetto svaniva risentivo tutto il doppio. Iniziai a perdere tantissimo liquido verde, quindi sofferenza fetale. Il ginecologo con un’ecografia conferma che la bambina sta bene e io devo solo aspettare che scenda ancora un po per partorire. Due giorni di urla, pianti, senza mangiare e bere. Ringrazio 3 ostetriche che mi hanno assistito in quei quasi due giorni e il mio fidanzato che non mi ha lasciata da sola neanche per un secondo. Quel dolore non lo dimenticherò mai, mi vedo ancora in quella stanza, che urlo aggrappata al tracciato, che imploro un cesareo e che mi sento anche in colpa perché al corso si è parlato solo di naturale e su 7 ragazze solo io non partorito naturalmente. La mia bambina è il centro della mia vita ora ma l unica cosa di cui sono sicura di questa vita è che non voglio altri figli. Non voglio rivedermi così indifesa e spaventata. Avrei voluto sapere anche la parte orrenda, non solo la favola dell istinto materno e di donna che spunta fuori con la prima contrazione. Ti ringrazio per quello che scrivi. Non mi sento sola❤

        • Valentina
          RISPOSTA

          Indifesa e spaventata. Un racconto tremendo, mi vengono i brividi.
          Nessuno ci prepara a nulla di quello che è, o che potrebbe essere. La grande cattiveria è proprio qua.
          Grazie a te, se serve a non farvi sentire sole, non sai quanto mi fa felice.
          Valentina

        • Manu
          RISPOSTA

          Finalmente qualcuno che esprime a parole il mio pensiero. Sembrava tutto molto bello, tutto molto naturale e quasi un gioco. La frase continua del “Non preoccupatevi di nulla, il vostro corpo farà tutto, siete nate per questo. Riuscirete a capire ogni pianto…”, Un mondo rosa insomma. Nessuno parla di come ti senti dopo ore di epidurale, uscita da un parto cesareo, con in braccio un piccolo esserino che sai essere tuo ma che non conosci ancora, oltre al fatto che non hai le forze per gioirne perché sei sfinita. Vivi di attimi che sembrano sogni e attimi che sembrano infiniti. Poi arrivi a casa e tutti hanno il consiglio magico da darti. Mai vedere amici e parenti dopo il parto. Volevo sparire, volevo un attimo per me e per realizzare che quella piccola esserina era la mia bimba, che sentivo e sognavo da nove mesi. La mia piccola ora ha 4 mesi, il tempo vola, è vero. Il ritorno a lavoro proprio quando impari a conoscerla è un altra fitta al cuore, sono sfinita, ma purtroppo è così. Sei mamma e mamma può tutto.

  • Sara
    RISPOSTA

    Condivido. 2 parti diversi con stessa problematica Macrosomia fetale (non da diabete Gestazionale).

    Entrambi i bambini stimati a termine di 4,5 kg.

    Aprile 2020
    Cesareo d’urgenza per distocica meccanica a dilatazione completa indotto senza epidurale causa PROM.
    Senza epidurale perchè era stato sospeso il protocollo di parto analgesia per il COVID (tanto le donne possono sempre rimetterci).
    A mio parere l’ossitocina senza analgesia sarebbe da bandire dalla faccia della terra.
    Mio figlio nasce alle 23:45 dopo 2 giorni di travaglio indotto con Apgar 2 al primo minuto di vita e ipoglicemia severa.
    5,26 kg per 58 cm (la stima dei 4,5 kg a termine era stata fatta con l’eco della 34 settimana). L’ho visto alle 12 del giorno dopo ed ero devastata fisicamente e psicologicamente per non essere riuscita a partorire (4 ore di spinte ma la testa rimaneva bloccata prima del pube). Ci ho messo letteralmente un mese e mezzo a tirarmi su dal letto autonomamente.

    Secondo parto. Aprile 2022.
    Nel primo ospedale avrei fatto un cesareo programmato, nel secondo induzione meccanica (informandomi che il rischio cesareo era ben presente).
    Da folle scelgo l’induzione e se dovessi tornare indietro la sceglierei altre mille volte.
    In 2 ore di contrazioni ero dilatata 6 cm e in 6 ore avevo la dilatazione completa nonostante l’epidurale fatta quando ho raggiunto gli 8 cm.
    Mio figlio è nato vaginalmente di 4,35 kg per 52 cm.

    Dopo il secondo parto ho smesso di fare gli incubi sul primo parto e psicologicamente sono stata molto meglio. Fisicamente sono stata bene da subito.

    Il VBAC è stata la mia cura, ma con questo non intendo dire che sia la strada giusta per tutte.
    Ognuno ha le proprie esperienze. Credo che sia giusto sapere entrambe le verità. Non va sempre tutto bene. Bisogna iniziare a parlare anche delle esperienze negative per essere pronte ad affrontarle nel caso si presentino.

  • Simona
    RISPOSTA

    Purtroppo questi corsi preparto servono a poco, fanno vedere tutto rose e fiori che sicuramente per qualcuno lo è stato. Io ho partorito 4 mesi fa, ho vissuto la gravidanza serenamente tranne che al 6° mese ho avuto delle perdite ematiche della quale nessuno è riuscito a scoprire la causa nonostante mi hanno ricoverata due volte, mi sono fatta gli ultimi 3 mesi di gravidanza a riposo a casa per precauzione. Il giorno del parto mi sono fatta un travaglio interminabile pensavo non finisse più, ho richiesto la parto analgesia ma in quel momento l’anestesista era occupato e quindi mi hanno fatto l’analgesico che ero arrivata quasi a 10 cm perciò poco utile ormai. Arrivata a 10 cm pensavo che con due spinte avrei finito e invece ho spinto per due ore perché mio figlio era messo storto, pensavo di non farcela non avevo più forze..
    Poi visto che mi ero lacerata simpaticamente mi hanno messo i punti senza un minimo di spray anestetizzante..

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Iscriviti alla newsletter

Iscriviti