Festa di compleanno di una bambina di 5 anni a cui non si presenta nessuno.
35 inviti consegnati, 10 declinano immediatamente, gli altri non si è capito se abbiano detto sì prima e poi non si siano fatti vivi, se non hanno detto né si né no. Morale della storia, la bambina si è trovata a festeggiare sola con i genitori e con gli animatori. Lo stesso proprietario del locale ha affermato di non aver mai visto niente di simile in oltre trenta anni di attività. Succede in Umbria, e a raccontarlo sui social è Stefania della Chiesa, la mamma della bambina protagonista del triste episodio.
Ovviamente immaginare la bambina in quelle condizioni a chiedere decine di volte dove sono i miei ‘amici’ a chiunque si stringe il cuore. A me per prima quando l’ho letto.
Però se mi fermo un attimo rifletterei anche meglio sulla parola amici.
Ma quali amici? A 5 anni é difficile che una bambina abbia 35 amici. Se ne ha che si contano sulle dita di una mano mi pare già tantissimo.
I genitori potevano mettersi una mano sulla coscienza direte voi, sempre che ne abbiano una.
Dovevano almeno declinare per educazione, questo è un dato di fatto incontrovertibile.
Ma evidentemente non erano amici nemmeno loro, altrimenti un amico lo avvisi se non puoi andare. Probabilmente erano persone con cui gli adulti stessi avevano parlato si e no tre volte di sfuggita fuori di scuola. Perché come genitore, se non hai rapporti un minimo solidi con gli altri genitori, lo sai tu per primo.
E allora mi chiedo, perché organizzare una festa per 35 sconosciuti più relativi genitori?
Per fare contenta la bambina, e su questo non ci piove. L’intento è condivisibile, il mezzo forse meno.
La festa è bella se gli amici sono veri, altrimenti non si la si fa per condividere, si fa solo per se stessi.
E poi non da ultimo, e’ pericoloso insegnare ai figli a chiamare amici quelli che amici non sono, perché la verità quando si rivela fa male. A 5 a 10, a 20 anni.
E la verità prima o poi si rivela’ ed è solo una questione di tempo.
Amici sono quelli che frequenti anche fuori di scuola, ed evidentemente tra questi 35 di amici non ce ne era nemmeno l’ombra. Per volere dei genitori ovviamente a 5 anni ma se di trentadue famiglie non se ne è presentata una, viene da pensare che anche fuori da scuola non avessero probabilmente nessun tipo di rapporto, nemmeno formale.
Meglio forse una piccola tavola con tre amici sinceri e magari con genitori con cui hai un rapporto, la crostata di marmellata della nonna, e tre regali pensati davvero per farti contento da chi ti conosce, che una sala colma di persone, quando va bene, che scappano a gambe levate appena dopo l’apertura dei regali perché non hanno nessuna voglia di essere dove sono, e che appena varcano la soglia della porta non ricordano nemmeno come ti chiami.