Ormai mi sono fatta amica di tutte le nonne del corso di nuoto, le vedo sempre. E spesso scambio due parole volentieri.
Cosa fai qua? Dico ieri a una di loro che sapevo che proprio ieri avrebbe dovuto non essere lì per andare a vedersi uno spettacolo che aspettava da mesi.
Niente, domani parto, vado da mio figlio, sai mi han chiesto di andare perché vanno via da soli il weekend. E settimana prossima vado da mia figlia, dall’altra parte del mondo invece, sempre perché partono una settimana.
Quindi niente spettacolo, sospira tra l’infastidito e l’aria di una persona che vuole chiudere alla svelta la questione per non incazzarsi più di quello che probabilmente ha già fatto. Non oso fare altre domande, ma lo capisce anche uno stupido che non ne può più.
Guardandola io non ho ho visto una nonna, ma una semplice madre oberata di cose da fare, con figli probabilmente mai cresciuti a cui lei non riesce a dire no. Se penso ai miei genitori, figli dell’entusiasmo degli anni Ottanta, a casa non ci stavano nemmeno se li pagavi, ma avevano ben chiaro però che la vita era la loro, come loro erano le scelte.
La portiamo con noi dappertutto, rivendicavano con orgoglio quando qualcuna delle mie zie faceva troppe domande, tra aerei, viaggi e ristoranti, non si privavano di niente, ma non costringevano nessuno. Senza iPad, family hotel, mini club varie ed eventuali andavo dietro senza fare troppe storie e quando andava bene rimandiavo qualche giornale in edicola per bambini, così passavo il tempo.
Fine dell’intrattenimento.
E in vacanza in albergo vigeva il divieto di vedere qualsiasi cartone in televisione in camera: ‘ Mica siamo al mare a vedere la televisione’. Ripetevano in coro indignati, infatti l’ho chiesto una volta e mai più: “Vai a giocare”.
A loro modo, vivevano e si arrangiavano. Uscivano e viaggiavano, ma non pretendevano da nessuno la cena a lume di candela. Non rivendicavano niente. L’avevano capito che era un nuovo capitolo di vita e non si lagnavano con nessuno per questo.
A loro modo si sono voluti bene una vita senza andare nella spa di coppia o facendo la vacanza romantica. Quando vedo queste mamme di figli adulti ridotte così, mi viene il dubbio che siamo forse molto egoisti nelle nostre pretese.
Noi non vogliamo essere aiutati, noi rivendichiamo la nostra giovinezza sbattendo i piedi per terra, rivendichiamo la vita di prima, rivendichiamo gli spazi di coppia, la forma fisica, la rivendichiamo spesso però a scapito degli altri, spesso delle nostre stesse madri, che a settanta anni hanno un debito eterno nei nostri confronti. Rivendichiamo di vivere come se qualcuno ci dovesse sempre qualcosa e quando non ce lo da ci incazziamo parecchio.
Ed è forse anche quello che rende molti di noi profondamente infelici, rincorrere quello che non c’è più, pretendendolo da altri, come se fosse il minimo che possano fare se ci vogliono bene.
Forse la colpa di molte madri, se di colpa si può parlare, è di non aver detto mai detto una parola un po’ cruda ma educativa a suo modo: arrangiati.
Forse ci avrebbero fatto un favore.
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