Mamme, come superare il senso di solitudine. Facendo un passo avanti verso gli altri

1024 683 Stancamente Mamma

Al piano di sotto abita una famiglia con un neonato, lei l’ho incrociata poche volte ma spesso mi ha detto che è sola fino a sera tardi. Non so molto di più, perché a Milano purtroppo spesso funziona così, puoi abitare nello stesso condominio per venti anni e non sapere nulla dei tuoi vicini. È triste, ma è così. E se ti interessi, rischi di dare fastidio, di sembrare inopportuno.

Ieri sera dopo cena sento un tonfo, penso chissà da dove proviene e non ci faccio caso. Pochi minuti dopo mi affaccio e vedo lei allontanarsi col neonato in ambulanza. Sono sincera, ci ho pensato fino a che non sono andata a dormire e la mattina ci pensavo ancora. Penso chissenefrega se non si usa, scendo e chiedo se stanno bene, se posso dare una mano. Per fortuna era ‘solo’ caduto dal fasciatoio ma stava bene.

Sarà perché quando sono diventata mamma se ne sono sbattuti tutti, sarà perché quando sei sola le paure diventano enormi, sarà perché ci sono passata e sono sensibile al tema, sarà per tutto questo che ho deciso che io indifferente non lo voglio essere, non voglio vivere così.

Ho pensato anche molto attentamente se al contrario lo avrei apprezzato.

La risposta è sì, senza dubbio, a me avrebbe fatto piacere. Certamente in una società come tutti la vorremmo, suonare un campanello e chiedere come stai è qualcosa di ‘normale’, ma evidentemente non lo è più. Se lo fosse, le madri, gli anziani e molte altre persone non si sentirebbero spesso così sole.

Sicuramente un gesto così piccolo non cambia le cose, però mi ha fatto capire che se superiamo le prime barriere che ci bloccano forse potremmo stare un po’ meglio di come stiamo, o almeno provarci.

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