Ieri pomeriggio eravamo a casa e a un certo punto ha suonato il corriere per scendere a prendere un pacco. Scendiamo al volo mezzi in pigiama e uscendo dall’ascensore sentiamo un rumore di una persona che piange. Mio figlio ed io ci guardiamo con aria interrogativa e ci facciamo un cenno impercettibile con cui ci diciamo senza dircelo che saremmo andati a capire che cosa stava succedendo.
Scendiamo la rampa di scale verso le cantine e vediamo il signore adetto alle pulizie piangere a dirotto. Mi avvicino e domando che cosa succede e se ha bisogno e vedo un uomo distrutto. Mi racconta che tutte le cose nuove che avevamo raccolto per lui e le sua famiglia, e gli avevamo dato la mattina stessa e lui aveva appositamente appoggiato in uno stanzino, gli erano state rubate e non era la prima volta che gli spariva qualcosa.
Giacconi, pantaloni, sciarpe, cose per bambini. Qualche gioco. Gli ho promesso che avremmo in qualche modo rimediato ma non ho avuto molte parole, non ho mai visto una persona ridotta in quel modo. Mio figlio ha assistito alla scena dallo stipite della porta, con gli occhi sgranati e appena abbiamo messo piede in ascensore mi ha fatto mille domande.
Gli ho detto che in quegli occhi persi e in quell’ingiustizia c’è la rappresentazione del brutto, la sintesi e l’astrazione del male, di tutto quello che non va e di tutto quello che ogni giorno anche con piccoli gesti ognuno di noi può contrastare.Con lui non ho mai parlato come fosse un bambino a cui non dire mai le cose come stanno, anche se non ha nemmeno nove anni, soprattutto riguardo i grandi temi dell’esistenza. I bambini le cose le capiscono bene se gliele si spiega.
Non gli ho detto che arriverà la fatina buona, che è stato un errore invece piangeva perche è allergico alla polvere e nemmeno che non è niente.
Ho detto che l’unica vera magia sono le brave persone. E le brave persone le riconosci se impari ad affinare lo sguardo. Son quelle che non si girano, che non fanno finta di niente, sono quelle che si sentono parte di qualcosa anche quando quel qualcosa non li tocca da vicino. Sono quelli che danno senza pensare a che cosa possono prendere.
L’inferno sono gli altri, scriveva Sartre. L’inferno è l’indifferenza che ci circonda ogni giorno, che ti lascia scoperto, smarrito e senza risposte.
L’inferno è stare in mezzo alle persone e non trovare esseri umani.
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