INTERVISTA
Faccio una doverosa premessa: ho 45 anni, il mio bimbo 2 anni e mezzo.
Cercato per 16 anni poi arrivato all’improvviso (quando sono rimasta incinta ero divorziata, avevo un nuovo compagno da un paio di anni, e vivevo serenamente da sola con due micine). Credo che il problema principale di noi mamme di oggi sia la solitudine. La nostra società non ha ancora assimilato il fatto che la famosa famiglia allargata di un tempo non esiste più. La mia vita da mamma è radicalmente cambiata.
Fisicamente: non ho più il fisico di prima e in quelle rare occasioni in cui mi sono lamentata con terzi, mi sono sentita rispondere che è normale e che succede a tutti ect. Si, lo so, è normale e succede a tutti ma devi comunque prenderne atto e conviverci. Oltre all’aspetto fisico, anche gli acciacchi sono aumentati: vado una volta al mese dall’osteopata perché ho la schiena a pezzi.
Prima di rimanere incinta avevo un lavoro che amavo e al quale dedicavo tantissimo tempo. Coordinavo un ufficio, partecipavo alle riunioni con i responsabili e seguivo alcuni clienti come area manager. Una volta al mese circa, viaggiavo : Spagna, Marocco, Algeria, Messico, Colombia, Centro America.
Al rientro dalla maternità per fortuna ho trovato ancora la mia scrivania. Non faccio più l’area manager ma questo per scelta personale e condivisa con il mio responsabile. Il problema è tutto il resto: mi hanno rimesso a fare quello che facevo nel 2014: offerte, inserimento ordini, documenti di trasporto… e il clima intorno a me è totalmente cambiato. Lavoro 6 ore al giorno è vero ma sono comunque tante.
Non ho aiuti: mia mamma si occupa del marito malato, mia suocera è troppo anziana e acciaccata per prendersi cura di un duenne e i nonni se ne sono già andati. Il mio compagno ha anche un figlio (ora quasi quattordicenne) che per il 50% è con noi e il mio compagno gli dedica tanto tempo e tante energie. E anche io ovviamente e giustamente.
La scelta di lavorare 6 ore al giorno invece di 8 è nata principalmente dalla mancanza di aiuti esterni. Ma con il passare del tempo (il mio bimbo ha iniziato l’asilo a 9 mesi) mi sono resa conto che trascorrere i pomeriggi con mio figlio è anche una MIA esigenza. Con lui mi diverto, cerco sempre di stare fuori, lo porto al parco o a fare un giro a piedi. E viene con me anche a fare la spesa, dal dottore, a fare commissioni. Facile? Assolutamente no. Anche lui ha giornate e momenti in cui piange e si butta in terra. Gestisco questi momenti, ho imparato a farlo, nessuno me lo ha insegnato.
Lo porto con me ovunque perché non ho alternative e lui piano piano si abitua al fatto che al venerdì si va a fare la spesa ect. Abbiamo una nostra routine della quale sinceramente sono anche molto orgogliosa: io mi “adatto” a giocare con la palla tutto il giorno (tutti gli altri giochi al momento lo annoiano) e lui si “adatta” a seguirmi in ogni cosa che faccio. Siamo una bella squadra.
In tutto ciò mi sento comunque spesso sola, stanca. Il mio compagno aiuta, dà una mano ma appunto “aiuta” “dà una mano”. Poi basta, non ho nessun altro. Anche le amiche le ho un po’ perse. O hanno figli che ormai vanno alle medie o alle superiori o non hanno figli. Cerco altre mamme, cerco di legare ma non è affatto semplice e le mamme dei bimbi in classe con mio figlio sono molto più giovani di me e con il loro giro.
Cosa desidero? Vorrei un lavoro appagante come avevo prima di rimanere a casa in maternità; vorrei avere qualcuno ogni tanto con me a farmi compagnia mentre siamo al parco o a casa ad inventarci attività; vorrei un compagno più presente soprattutto mentalmente, che insieme a me educasse nostro figlio, che insieme a me decidesse cosa fare nei pochi weekend in cui lui ha tempo; vorrei che mia mamma ogni tanto si occupasse anche di me e del mio bimbo; vorrei che tutte noi mamme sole fossimo più comprese dal mondo che ci ruota attorno.
Agata
Come ti capisco!!!
Anche io sento molto la solitudine e mi sono ritrovata tanto in ciò che racconti