I bambini sanno anche quello che non gli diciamo

683 1024 Stancamente Mamma

Noi stiamo molto spesso con i nonni degli altri, specialmente con quelli del migliore amico di mio figlio. Non per una ragione particolare, ma perché i nonni sono quelli che molto spesso se non quasi sempre, aspettano fuori dalle scuole, sono nei parchi, nelle piscine, dove ci sono i bambini. Quindi si diventa amici, non conoscenti.

Ci sediamo al bar tutti insieme per ore dopo il centro estivo, mentre i bambini fanno merenda e poi girano un po’ con il monopattino. Ascoltiamo storie di case che non ci appartengono, storie di persone che non conosceremo mai e che non faranno mai parte della nostra vita. Eppure mio figlio li sta a sentire entrambi con gli occhi sgranati, molto più del nipote, perché il nipote quelle storie lì le ha già sentite diverse volte.

Specie quando parlano del loro lavoro e del loro passato, lui affonda lentamente la cannuccia nel bicchiere con il the ghiacciato dentro e non perde una parola. Gli piace sentire che cosa facevano e come era la vita di qualche anno fa. Non è vero che i bambini sono interessati solo alle scemenze, se c’è qualcuno che si siede e parla con loro i bambini ascoltano eccome. Quando hanno qualche battibecco lui e il suo amico ridono sotto i baffi, con tenerezza. Poi andiamo via, al loro passo lento.

Ieri sera prima di dormire mi dice: ‘ Mi piacerebbe avere anche io un nonno fuori dal centro estivo che ti viene a prendere con cui sederci tutti al bar e poi mangiare tutti insieme la pizza. Un nonno per me, che ci vuole bene tutti’. Si riferisce a mio padre che lui non ha nemmeno conosciuto e che non c’è più da prima che lui nascesse.

Fuori da scuola, il nonno, la pizza, noi, alla fin fine, tutto si riconduce sempre ai legami. Si torna sempre a quel tavolo e chi ci sta attorno. Si torna all’essenziale.

Mi ha colpito quel per me, perché lo sa bene che tutte le altre situazioni sono così, in prestito. Come a dire vorrei sentire storie mie, che diventino mie. Storie che parlino di noi.

Hai ragione gli dico, sarebbe stato bello’. Non ho altre parole da aggiungere, non credo nelle facili consolazioni, nemmeno con i bambini, perché i bambini sanno anche quello che non gli diciamo.

Alla fine pensi che per quanto si provi non a nascondere, ma a ingentilire la realtà, negli anni viene fuori per quello che è.

E le assenze, tutte, sono più chiare che mai.

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